IL MARE

un mare di orizzonti

Aspra magari, ma di suprema bellezza è la costa di Polignano a Mare.

Un intrico di grotte, anfratti, cale digradanti verso il mare, insenature nate in corrispondenza delle antiche “lame”, vecchi rifugi di pescatori e meta ambita di avventurosi bagnanti che per più di 12 Km affascinano gli occhi e rapiscono il cuore.

Un sistema a strati sovrapposti di remotissima roccia che si staglia altissima, disegno ambizioso e tenace del carsismo marino. Ed è qui che nascono cesellate da venti millenari, le incantevoli grotte dove giochi di luce e ombre misteriose, miste a profumi di salsedine e muschi, esaltano la potenza ora feroce, ora soave della natura.

Circa 40 son le grotte naturali che testimoniano la presenza dell’uomo sin dall’epoca pleistocenica o glaciale ed i cui nomi rimandano a memorie e leggende. La Grotta dei Ladroni e la Grotta del Guardiano, le affascinanti grotte marine di Grotta Ardito, Grotta delle Monache, Grotta Stampagnata, Grotta delle Rondinelle, Grotta dei Colombi, Grotta di Sella solo per citarne alcune.

Grotta Palazzese

La più famosa e unica nel suo genere è la Grotta Palazzese, così chiamata dagli antichi feudatari di Polignano che la inclusero nei beni del “Palazzo”. Maestosa nei suoi 21 m di altezza dalla superficie dell’acqua. Visitata e riprodotta per secoli da viaggiatori provenienti da ogni dove. Citata già nell’enciclopedia di Diderot e D’Almbert, immortalata dal famoso incisore francese Louis Jean Desprez e scelta dalla regina Giovanna D’Angiò per qualche ora di intima felicità, Grotta Palazzese deve a Giuseppe Leto la possibilità di accesso via terra per mezzo di una stretta scalinata scavata nella roccia, nonché la sua valorizzazione attraverso una sapiente progettazione architettonica che ne fece “grotta delle meraviglie”, teatro, sala da ballo, ritrovo dell’alta società. Oggi ospita un rinomato ristorante dove ancora riecheggiano voci, suoni e sussurri attraverso cui sembrano rivivere le delizie settecentesche dei Leto.

Le Grotta di Sella e Stampagnata

Affascinanti appaiono ai visitatori per la loro particolarità la Grotta di Sella e la Grotta Stampagnata, veri e propri monumenti naturali. La prima caratterizzata dalla presenza di un arco sul lato marino, che è quanto resta dopo il crollo in epoca remotissima della parte interna della volta entro cui appaiono cinque aperture come fosse bucherellato. La seconda impreziosita da un ampio foro sulla volta attraverso il quale i raggi solari disegnano sulle pareti della roccia e sulla superficie marina incantevoli giochi di luce ed ombre. Meravigliose per la loro originalità le grotte marine sono visitabili dal mare con una indimenticabile gita in barca.

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Quasi un tutt’uno con la costa è il centro storico di Polignano. Esso contiene tesori d’arte e di cultura pari al ruolo di crocevia di popoli che ha svolto nella storia.

“Porta Grande, oggi “Arco Marchesale” è l’unico ingresso inserito nel Palazzo Feudale, anticamente provvisto di fossato e ponte levatoio, di queste glorie non restano che i fori delle catene e i cardini. Oltrepassato l’ Arco si viene introdotti nella piazzetta F. Miani dove Palazzo Marchesale appare  monumentale, sobrio ed elegante nella sua regolarità geometrica. A sinistra, Via Dei Mulini ospita la biblioteca civica, la casa natale del Mons.Pompeo Sarnelli e le forme barocche della Chiesa del Purgatorio, dove venivano seppelliti i bambini e i poveri del paese ed il cui campanile si alza altissimo tra l’abitato. Tornando indietro, da Piazza Miani si giunge alla più ampia piazza Vittorio Emanuele II, dove vi accoglie il medievale palazzo dell’Orologio un tempo sede dell’università e prima ancora carcere di cui resta una grata in via Tanese (l’antica via Giudea che immetteva nel ghetto ebraico). Piazza Vittorio Emanuele II custodisce tuttavia, una altro gioiello del centro storico, la chiesa Matrice, sorta probabilmente su un sito pagano, ex cattedrale, semplice e grandiosa nella facciata romanica, impreziosita al suo interno dal gruppo scultoreo cinquecentesco di Stefano da Putigano e dal polittico dipinto da Bartolomeo Vivarini. E poi seguendo il reticolato dei trivi del centro storico si arriva all’affaccio mozzafiato delle balconate. Tutt’intorno quasi in bilico sulle pareti altissime della falesia, le case del centro storico appaiono incastonate nel bordo di gradinate tettoniche derivanti dal sollevameto geologico della Puglia.